Alberi e cambiamento climatico: anche la corteccia ha un ruolo essenziale

Che gli alberi siano potenti alleati nel tentativo di ridurre il riscaldamento globale è ormai risaputo. Con la loro fotosintesi, le piante sono in grado di assorbire anidride carbonica, e di immagazzinarne grandissime quantità nel suolo, riducendo di fatto la quantità di gas serra – ovvero le sostanze che aumentano la temperatura globale – presenti nell’atmosfera. È per questo che riforestare il pianeta è una delle strategie maggiormente discusse per il contenimento del cambiamento climatico. Una recente scoperta, però, ha rivelato che le foglie non sono le uniche ad assorbire un gas serra: anche la corteccia degli alberi svolge un ruolo fondamentale, perché è in grado di assorbire metano, introducendo il mondo della ricerca a nuove potenzialità, mai considerate prima, sul ruolo degli ecosistemi naturali.

  • Come la corteccia degli alberi immagazzina il metano dell’atmosfera
  • Come contribuire: alberi a basso fabbisogno idrico per il tuo giardino
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    Come la corteccia degli alberi immagazzina il metano dell’atmosfera

    Non sono proprio le cortecce in sé, ma i microrganismi che le abitano, a svolgere questo importante lavoro. Una ricerca internazionale, guidata dall’Università di Birmingham, ha infatti pubblicato uno studio su Nature in cui rivela che le comunità di microbi metanotrofi che abitano i tronchi degli alberi sono effettivamente in grado di stimolare l’assorbimento del metano.

    Per svolgere la ricerca sono state analizzate varietà differenti di alberi presenti in diversi climi: tropicale, boreale e temperato. In particolare, sono state effettuate misurazioni nel Regno Unito, in Svezia, in Amazzonia e a Panama. Il risultato ha chiarito che il processo di assorbimento avviene in tutte le zone, ma è più evidente nelle foreste tropicali, probabilmente perché il suddetto clima favorisce una maggiore proliferazione delle colonie di microrganismi presenti sulle cortecce.

    Si parla spesso dell’azione dannosa dell’anidride carbonica, ma anche il metano fa la sua dannosissima parte nel riscaldamento globale. Esso, infatti, è il risultato dell’azione antropica in diverse attività, come gli allevamenti intensivi, l’utilizzo dei combustibili fossili e le attività delle discariche. Il metano è in grado di generare una maggiore quantità di calore rispetto all’anidride carbonica ed è responsabile di circa il 30% del riscaldamento globale.

    Le foreste, dunque, si rivelano ancora una volta il più potente alleato per l’equilibrio climatico: con questa scoperta, è parso chiaro che il contributo delle foreste sia superiore del 10% rispetto a quanto ritenuto fino ad ora. Le cortecce presenti sull’intero pianeta sono in grado di immagazzinare tra le 25 e le 50 tonnellate di metano ogni anno, e questa nuova consapevolezza ha reso ancora più chiara la necessità di grandi opere di riforestazione.

    Come contribuire: alberi a basso fabbisogno idrico per il tuo giardino

    Anche chi ha un piccolo giardino può contribuire, in qualche modo, alla riforestazione. Arricchire il proprio spazio verde con piccoli arbusti può essere un ottimo punto di partenza e, se lo spazio lo permette, scegliere qualche albero da frutto può fare la differenza. Scegliendo le varietà maggiormente resistenti alla siccità, è possibile piantare alberi perfettamente integrati all’interno di un dry garden. Le varietà maggiormente consigliate sono fico, frutti antichi e melograno, nonché, ovviamente, gli ulivi. Questi preziosi alberi sono presenti anche al BotanicalDryGarden, poiché resistono egregiamente alla siccità. Infine, anche gli alberi tipici della macchia mediterranea si adattano a un giardino a basso fabbisogno idrico, e permettono di contribuire con le loro cortecce alla riduzione dei gas serra nell'atmosfera. Si possono individuare diversi alberi sempreverdi, a latifoglie e ad aghifoglie, come il leccio, il corbezzolo, l’alloro, il carrubo, il pino, il ginepro e il cipresso.