Allarme siccità, Italia a rischio desertificazione: cause, rimedi e piante dry

In tutto il Paese è allarme siccità: l’Italia, e il Mediterraneo in generale, sono i luoghi colpiti dal cambiamento climatico in modo più prepotente, che rischiano più di tutti di subire il fenomeno della desertificazione. La temperatura aumenta velocemente, e non solo di pochi gradi, e le piogge abbondanti tipiche del clima mediterraneo scarseggiano. Non abbiamo più quel clima mite tipico dell’influenza del Mare Nostrum, e più velocemente di quanto ci aspettassimo ci avviciniamo al clima tropicale, con eventi atmosferici estremi – bombe d’acqua, trombe d’aria e ondate di calore – e, soprattutto, siccità.

Al clima secco dovremmo farci l’abitudine, ma non alla terra arida. Proprio ora che frenare il riscaldamento globale diventa urgente, la presenza di piante sul nostro territorio diventa fondamentale. Quel verde buono, che assorbe CO2 e ci aiuta a contrastare gli effetti del cambiamento climatico diventa ora un imperativo per la nostra sopravvivenza. Ma come stimolare la crescita di piante se in tutta Italia regna la siccità?

  1. La siccità in Italia e le sue conseguenze
  2. Le piante resistenti alla siccità come rimedio alla desertificazione

La siccità in Italia e le sue conseguenze

Terribile simbolo della disastrosa situazione di siccità in Italia è il Po. Il fiume più lungo del paese è il protagonista di una secca senza precedenti, che ha visto il livello delle sue acque a una soglia mai stata così bassa in oltre settant’anni. Il livello è sceso al di sotto di quello del mare, e l’acqua salata ha iniziato la risalita lungo il letto del fiume lasciato vuoto, sfociando in un disastro. L’acqua salata che invade un fiume dolce distrugge gli ecosistemi al suo interno, danneggia flora e fauna che non resistono alla salsedine e annienta la vita di quel sistema già morente. In più, la disastrosa invasione ha colpito anche le terre irrigate dal Po e, avvelenato di salsedine, gran parte del raccolto è andato perduto.

Ciò che succede al Po non è un caso su un milione, ma l’esempio lampante di quanto la siccità si stia facendo strada tra la macchia mediterranea, stia risalendo la penisola e comportando un’inevitabile desertificazione delle nostre terre. Al momento, è più di un quinto il territorio italiano a rischio desertificazione, con una percentuale di precipitazioni ridotte di un terzo rispetto agli anni precedenti. È stato un inverno secco, al quale seguirà un’estate ancora più arida.

L’impatto della siccità non riguarda solo la sfera ambientale, ma ha molto a che fare con la vita quotidiana della società. Con una grave carenza d’acqua è, prima di tutto, difficile produrre energia. La situazione energetica europea è già profondamente in crisi e, a causa della scarsità delle risorse idriche – utilizzate per raffreddare gli impianti o per la produzione di energia idroelettrica –, si riduce ulteriormente quella già piccola percentuale di energia prodotta senza l’impiego di combustibili fossili.

Con meno acqua, poi, anche la produzione agricola è costretta ad affrontare una grave crisi. Secondo le ultime stime, l’emergenza idrica provocherà un calo di 10.000 ettari di semine di alcuni prodotti, come riso, grano, frutta e ortaggi, che richiedono un apporto d’acqua ora impossibile da fornire. E se alle terre assetate manca il sostentamento, anche le colture necessarie per sfamare gli animali d’allevamento entrano in crisi.

Oltre ai danni evidenti della siccità in Italia, ne esistono anche di indiretti, delle conseguenze a cui non pensiamo ma che affliggono la nostra salute. Un report sul rapporto tra la salute e il cambiamento climatico redatto dal WWF riporta che la siccità provoca l’aumento di malattie trasmesse dall’acqua e dal cibo, e la riduzione della produzione alimentare e la conseguente malnutrizione espongono la popolazione a un rischio maggiore di ammalarsi di numerose patologie.

Le piante resistenti alla siccità come rimedio alla desertificazione

Se la desertificazione in Italia è una nuova realtà con la quale dobbiamo fare i conti, arrenderci a essa non è un’opzione. Essa, come conseguenza della siccità e delle elevate temperature, dipende inevitabilmente dal cambiamento climatico. Più la temperatura globale aumenta, più le nostre terre diventano aride.

Per mettere un freno a questo circolo vizioso – l’abbiamo ripetuto spesso – esiste una soluzione: piantare alberi. Circondarci di piante, riempire di verde il nostro mondo, è il modo più naturale, e il più efficace, per assorbire CO2, il temibile gas serra responsabile del riscaldamento globale. Il mondo vegetale, con la sua fotosintesi, ci offre la soluzione perfetta per i nostri problemi. Ma con la siccità che avanza, la soluzione diventa meno praticabile, perché le piante si nutrono d’acqua, e in emergenza idrica e in allarme desertificazione, non ci resta acqua per sfamarle.

È in questo frangente che possono intervenire le piante a basso fabbisogno idrico, soluzione ecologica per arginare il problema della siccità – in Italia e non solo. Si tratta di piante, prati e alberi che hanno bisogno di un apporto idrico molto inferiore rispetto alle piante più comuni e che permettono di risparmiare fino all’80% delle risorse idriche.

Botanical Dry Garden è specializzato in questa tipologia di piante. Il primo orto botanico asciutto d’Italia è nato proprio con l’obiettivo di fornire un’ampia selezione di piante e prati ecosostenibili, che possano sopravvivere rigogliosi anche con un clima molto diverso dal mite mediterraneo a cui siamo abituati. La filosofia dry che guida l’attività permette, infatti, di trovare soluzioni lungimiranti, economiche e sostenibili, in grado di rispettare l’ambiente per fare del bene all’ambiente.

La selezione di prati a basso fabbisogno idrico permette di ottenere un giardino verde e rigoglioso irrigandolo solo poche volte l’anno, e anche la grande selezione di piante permette di avere arbusti e alberelli che necessitano di pochissima manutenzione.

La filosofia dry e le piante a basso fabbisogno idrico sono la soluzione del futuro. L’allarme siccità non rientrerà presto, e l’aumento delle temperature è destinato a peggiorare, ma non dobbiamo mai smettere di prenderci cura dell’ambiente e di provare a rimediare a tutti i danni che la desertificazione sta causando.