Perché la sostenibilità non è solo ambientale, ma anche economica e sociale

La invochiamo a gran voce quando si parla dei problemi climatici e delle esigenze ambientali, ma raramente ci chiediamo cosa significhi, realmente, sostenibilità. Sebbene sia, infatti, un termine che raccoglie una moltitudine di significati, riflessioni e parametri, non si tratta di un concetto vago o difficile da inquadrare. La sostenibilità è un modo di condurre la vita – quella privata di ogni cittadino e quella sociale di intere nazioni – pensato per rendere accessibile a tutti un ambiente sano e una qualità della vita elevata. Perché la sostenibilità non riguarda solo l’ambiente, ma ha tanto a che fare anche con lo sviluppo economico e sociale.

  1. La storia della sostenibilità
  2. Che cos’è la sostenibilità
  3. Come condurre una vita sostenibile

La storia della sostenibilità

All’inizio degli anni Settanta ha iniziato a farsi largo nella società l’esigenza di condurre una crescita economica che fosse rispettosa per l’ambiente. All’epoca, ci si rese conto che il modello di sviluppo utilizzato fino a quel momento non era sostenibile, perché a lungo andare avrebbe causato il collasso dell’ecosistema terrestre. Era uno dei primi e più essenziali ragionamenti sul concetto di sostenibilità: se per crescere si inquina a dismisura, prima o poi non avremo più un posto in cui vivere e svilupparci. Si capì, insomma, che la Terra era una risorsa finita, che non la si poteva sfruttare senza limiti e che bisognava rispettarla.

Quando si parla di ambiente e di cambiamenti climatici, l’aspetto più importante, quello presente in ogni tipo di discussione, è il fattore temporale e, in particolare, l’idea di futuro. La sostenibilità, infatti, non riguarda solo il presente, ma le azioni volte allo sviluppo, alla crescita, all’evoluzione, concetti intrinsechi nella natura umana che con l’inquinamento si sono scontrati con una grandissima contraddizione. Quando lo sviluppo, e dunque il miglioramento protratto a un futuro migliore, ha iniziato a compromettere il futuro stesso a causa dei cambiamenti climatici, i difetti del sistema sono venuti a galla.

Si pensi, per esempio, a tutte le conseguenze del cambiamento climatico di oggi: esse sono state causate dalle generazioni più vecchie, quelle figlie del boom economico, eppure si riverseranno sulle generazioni più giovani. É proprio per questo che la stessa definizione di sviluppo sostenibile si concentra proprio sulla necessità di vivere nel benessere oggi, senza compromettere quello di domani. Dopo innumerevoli tentativi di definirla, infatti, il significato universalmente riconosciuto di sostenibilità risale al 1987 e al cosiddetto Rapporto Brundtland, che l’ha definita come la condizione che permette uno sviluppo in grado di “assicurare il soddisfacimento dei bisogni della generazione presente, senza compromettere la possibilità delle generazioni future”. Insomma, iniziava a delinearsi l’idea secondo cui la sostenibilità non riguardasse solo l’ambiente, ma in generale il benessere degli abitanti della Terra. Idea che si è evoluta fino ad arrivare alla definizione contemporanea di sostenibilità.

Che cos’è la sostenibilità

La sostenibilità è un concetto a tre dimensioni. Il Summit mondiale sullo sviluppo sostenibile del 2005 ha individuato, nella definizione di sviluppo sostenibile, tre livelli, tutti ugualmente importanti: la crescita economica, lo sviluppo sociale e la tutela ambientale. Si tratta di tre aspetti fondamentali non solo per garantire la sopravvivenza del pianeta, ma anche quella di tutti i suoi abitanti, ai quali devono essere garantiti alti livelli di benessere.

sostenibilità

I tre pilastri della sostenibilità sono interconnessi. Lo sviluppo sociale e la tutela ambientale, combinati, consentono di creare un ambiente vivibile; sviluppo sociale ed economico garantiscono un sistema equo; lo sviluppo economico combinato alla tutela ambientale rende gli obiettivi realizzabili. Ma solo una combinazione di questi tre pilastri garantisce la sostenibilità.

Quando si parla di sostenibilità oggi, dunque, non si discute unicamente della salute dell’ambiente, ma si devono necessariamente considerare anche tutti gli altri aspetti. Per esempio, comprare prodotti ecologici, che non danneggiano l’ambiente, ma la cui produzione ha danneggiato la popolazione locale o si è servita di lavoratori sfruttati, non è sostenibile, perché alla tutela ambientale non si è aggiunto il benessere sociale.

Proprio a partire da questi principi, nel 2015 l’Assemblea generale dell’Onu ha sottoscritto un programma di azione per la prosperità del pianeta e per le persone. Si chiama Agenda 2030 per lo Sviluppo sostenibile, e include 17 target assolutamente necessari per condurre uno sviluppo realmente sostenibile. Includono tutti e tre i pilastri della sostenibilità, dunque non riguardano solo l’ambiente, ma anche l’indipendenza economica, l’accesso all’istruzione, l’eliminazione della povertà e della fame, e tanti altri aspetti della sostenibilità sociale.

Come condurre una vita sostenibile

Ci siamo sempre limitati a considerare la sostenibilità la condizione necessaria per non danneggiare l’ambiente con le nostre azioni, i consumi e le scelte d’acquisto. Non è solo al benessere dell’ambiente, però, quello a cui dobbiamo pensare, quanto anche a quello della società intera. Lo sviluppo, il progresso, lo sguardo al futuro non solo non possono prescindere dall’attenzione all’ambiente e alle questioni climatiche, ma devono necessariamente includere anche una sostenibilità sociale, che renda l’accesso al benessere possibile per tutti.

Oltre alle azioni che già quotidianamente cerchiamo di mettere in pratica per combattere il riscaldamento globale, dovremmo imparare a fare scelte sostenibili sotto tutti i punti di vista. Che si tratti, allora, di consumi, di ciò che mangiamo o di servizi di cui usufruiamo, le nostre scelte d’acquisto devono essere sempre più orientate alla sostenibilità del sistema che le ha prodotte, da quella ambientale a quelle economica e sociale.