Cinque azioni per ridurre l’impatto ambientale

Tutto ciò che facciamo, oggi, lascia un’impronta di carbonio. Sembra incredibile, ma ogni nostra azione costa all’ambiente una più o meno piccola quantità di CO2 che contribuisce all’inquinamento e al riscaldamento globale. Sommate, tutte le piccole impronte lasciate dalle nostre azioni quotidiane, formano l’impatto ambientale, quella cifra di responsabilità personale che ognuno di noi ha, ogni giorno, rispetto al cambiamento climatico.

Ci sono azioni che non possiamo ridimensionare, cose di cui non possiamo fare a meno, ma ce ne sono anche tante altre alle quali possiamo rinunciare per ridurre il nostro impatto ambientale. Con alcune semplici modifiche alle nostre abitudini, infatti, è possibile ridurre sensibilmente l’impronta di carbonio che emettiamo ogni giorno, inquinare di meno e contribuire, un po’ alla volta, a combattere il riscaldamento globale.

Per imparare a non fare del male all’ambiente, segui queste piccole buone abitudini per ridurre l’impatto ambientale.

1. Le azioni sostenibili a tavola

Ci aspettiamo che gran parte delle emissioni di carbonio provengano dalle industrie oppure dai trasporti. Questi settori contribuiscono senza dubbio all’inquinamento e scegliere il mezzo di trasporto meno inquinante o una linea di produzione con la politica green può sicuramente fare la differenza. Ciò che non ci aspettiamo, però, è che il cibo che mettiamo in tavola sia allo stesso modo responsabile del riscaldamento globale.

Le scelte alimentari possono realmente fare la differenza. È infatti ormai noto che la produzione di alimenti di origine animale contribuisca ad aumentare l’impatto ambientale di chiunque li consumi. In particolare, è la produzione di carne ad avere le conseguenze peggiori. Risulta, infatti, che l’industria della carne sia responsabile del 14% delle emissioni di gas serra, e il primo posto è occupato dalla carne rossa, in particolare quella di origine bovina.

L’elevata quantità di carbonio prodotta dal consumo della carne dipende da diversi fattori. In primo luogo, la carne richiede un processo di lavorazione molto più dispendioso di energie e molto più inquinante rispetto agli altri prodotti alimentari. A questo fattore, già non di poco conto, si aggiunge la fertilizzazione delle colture necessarie per nutrire gli animali: basti pensare che gli allevamenti intensivi sono responsabili dell’80% della deforestazione dell’Amazzonia. Ultimo fattore, decisamente sottovalutato ma incredibilmente inquinante, il gas metano prodotto dalla digestione dei bovini nutriti negli allevamenti intensivi.

Se tutti scegliessero uno stile di vita vegetariano o addirittura vegano, sarebbe molto più facile contenere il riscaldamento globale. Ma è possibile non rinunciare completamente ai prodotti alimentari di origine animale, riducendone il consumo, per rendere la Terra un posto migliore – e condurre anche uno stile di vita più sano. Per esempio, basterebbe ridurre il consumo di carne rossa a 100 grammi a settimana e contenere il consumo di latte e derivati per contribuire alla riduzione dell’impatto ambientale.

2. Prendersi cura di sé e dell'ambiente

La maggior parte dei prodotti chimici inquinanti e di quelli usa e getta responsabili dell’inquinamento dei mari e delle acque in generale, sono i prodotti per l’igiene e la cura personale. Dallo spazzolino da denti ai bastoncini di cotone, dai detersivi ai bagnoschiuma, fino ad arrivare addirittura all’abbigliamento, la quantità di prodotti chimici che finiscono dispersi nell’ambiente, di rifiuti non riciclabili e di microplastiche è impressionante. Sono soprattutto queste ultime a rappresentare un grande problema per la salute dell’ambiente – e di tutti gli esseri viventi, uomo compreso. Le microplastiche, infatti, possono essere rilasciate non solo dai prodotti che identifichiamo come fatti di plastica, ma da tantissimi altri oggetti che non ci aspettiamo abbiano questa origine. Per esempio, le fibre rilasciate dai capi d’abbigliamento sintetici e di scarsa qualità ne rilasciano una piccola quantità ogni volta che li laviamo.

Le microplastiche sono frammenti minuscoli che finiscono nelle acque e nel suolo, vengono ingerite dagli animali di cui ci nutriamo fino a entrare nel nostro organismo. Sono state recentemente trovate tracce consistenti di tali frammenti anche nel sangue umano, a dimostrazione del fatto che la salute degli esseri viventi rischia di essere compromessa dalla presenza di questi minuscoli ma dannosissimi corpi estranei.

Per ridurre la diffusione delle microplastiche nell’ambiente, bisogna limitare il più possibile il consumo di prodotti sintetici. Per quanto riguarda i prodotti da bagno, esistono spazzolini da denti realizzati in fibre di bambù completamente biodegradabili. I bastoncini di cotone esistono nella versione ecologica in legno o in quella lavabile e riutilizzabile in gomma. Esistono assorbenti e pannolini biodegradabili e prodotti pensati per sostituire l’usa e getta. La scelta dei capi d’abbigliamento, invece, deve focalizzarsi principalmente sui materiali di buona qualità, non sintetici, che non disperdono particelle nell’ambiente.

Quelle appena elencate possono sembrare azioni banali ma, se intraprese da tutti, possono fare la differenza e ridurre notevolmente l’impatto ambientale.

3. Non solo piantare, ma scegliere le piante giuste

Per salvaguardare la salute del pianeta, dobbiamo necessariamente circondarci di piante. Esse, infatti, sono in grado di assorbire grandi quantità di CO2, diminuendo di fatto l’impronta di carbonio. Se, da un lato, piantare alberi non può che rappresentare un’azione sostenibile, d’altro canto la manutenzione delle piante richiede un grande impiego di acqua ed energia, beni che scarseggiano sempre di più. Come porre fine, dunque, a questo circolo vizioso? La soluzione è inevitabilmente rappresentata dalle piante a basso fabbisogno idrico. Si tratta di piante, alberi e prati particolarmente resistenti alla siccità che crescono rigogliosi anche con pochissime irrigazioni all’anno e che permettono di risparmiare circa l’80% delle risorse idriche necessarie per le piante ordinarie.

Scegliendo questa soluzione, si potrà contribuire alla riduzione dell’impatto ambientale senza contribuire ulteriormente alla dilagante siccità.

4. Dare un freno al ricambio tecnologico

Ci sono cose che prescindono dalla nostra volontà. L’obsolescenza programmata dei dispositivi elettronici, per esempio, è qualcosa per cui non possiamo fare molto. La maggior parte dei nostri smartphone e di altri prodotti tecnologici sono creati in modo tale da smettere di essere performanti dopo alcuni anni di utilizzo, in modo da indurre i consumatori a comprarne sempre di nuovi. Questo continuo ricambio tecnologico contribuisce all’inquinamento poiché alcuni dei componenti dei nostri telefoni contengono sostanze tossiche per l’ambiente, sono difficili da smaltire e difficilissimi da riciclare.

Esistono, però, alcune azioni che possiamo adottare per ridurre l’impatto ambientale. Per esempio, imparare a non farci tentare dal nuovo modello appena uscito e non acquistarlo se il nostro dispositivo funziona ancora bene. E, soprattutto, trovare stratagemmi per far durare i nostri dispositivi più a lungo. Scegli dispositivi e brand che offrono servizi di riparazione e, soprattutto, disponibilità di pezzi di ricambio. Acquista una batteria esterna portatile per permettere al tuo dispositivo di resistere anche quando la sua autonomia inizia a perdere colpi. Ed effettua regolarmente una pulizia della memoria, che quando satura contribuisce ad appesantire e rendere meno performante i dispositivi.

5. Riparare invece di gettare

È la regola numero uno di uno stile di vita ecologico. Ridurre il consumo e il ricambio di oggetti, riparando ciò che è rotto invece di gettarlo e acquistarne un altro. Può sembrare un gesto piccolo, ma in realtà fa molta differenza: la nostra società è guidata dal consumismo, che ci suggerisce che tutto ciò che è nuovo è migliore. Ciò che si ottiene, però, è un impiego maggiore e spesso inutile di energie per la produzione di oggetti in realtà superflui e, soprattutto, una quantità di rifiuti sempre maggiore e difficilmente riciclabile. Invece di acquistare oggetti deperibili e comprarne di nuovi appena si rompono, analizza attentamente la qualità dei prodotti che acquisti e preferisci sempre ciò che si può riparare e ciò che può essere sostituito.