L’inquinamento chimico nella vita quotidiana e in giardino
Dell’inquinamento chimico non ci preoccupiamo mai più di tanto, abituati come siamo a credere che sia tutto sulla spalle della produzione industriale e che, in qualche modo, non ci riguardi. Che non dipenda da noi e dalle nostre azioni, ma che sia il risultato di una macchia che non possiamo fermare, sulla quale non abbiamo alcun potere con le nostre scelte di consumo e con il nostro agire quotidiano. Non è questo, però, che dice l’Agenzia Europea per l’Ambiente, che ha da poco annunciato di voler prendere provvedimenti stringenti riguardo l’utilizzo di moltissimi prodotti di uso quotidiano che, con la loro produzione, causano irreparabili danni all’ambiente.
Questo tipo di inquinamento, infatti, riguarda la realizzazione di innumerevoli prodotti e servizi che fanno parte della nostra quotidianità e, soprattutto, ha conseguenze, dirette ma invisibili, su ognuno di noi. Causa danni attraverso il cibo che mangiamo, l’aria che respiriamo, e anche all’interno dei nostri giardini, i primi esposti all’inquinamento chimico. Per fortuna, anche in questo caso, c’è qualcosa che possiamo fare: provvedimenti che possiamo prendere per tutelare l’ambiente che ci circonda, a partire dai prodotti che scegliamo di acquistare, fino ad arrivare ai nostri prati e balconi, e a come ce ne prendiamo cura. Basta poco per evitare i prodotti dannosi e sostituirli con un’alternativa eco-friendly.
- Cos’è l’inquinamento chimico
- Il provvedimento dell’Agenzia Europea per l’Ambiente
- Dov’è l’inquinamento chimico e perché riguarda anche noi
- Evitare l’inquinamento chimico in giardino
Cos’è l’inquinamento chimico
L’inquinamento chimico è definito come la presenza o l’aumento della presenza nell’ambiente di sostanze chimiche contaminanti. Si intendono, dunque, sostanze che non sono naturalmente presenti all’interno di un ambiente, e che rischiano di danneggiare le risorse idriche, l’aria e il suolo, alterando gli ecosistemi, avendo effetti negativi sia nel breve sia nel lungo periodo, e provocando danni irreparabili a diverse specie animali e vegetali. Ovviamente, la maggior parte delle sostanze che contribuisce all’inquinamento chimico è diretta responsabilità umana, che con le sue industrie e la produzione senza limiti, contribuisce attivamente alla contaminazione di suolo, acqua e aria.
Le conseguenze, però, riguardano anche la nostra salute. Gli effetti diretti sull’essere umano sono di diverso tipo in base all’agente chimico inquinante, ma anche al tempo di esposizione e alla modalità con cui il contatto è avvenuto. Tralasciando i casi estremi di esposizioni molto gravi e che non dovrebbero riguardare la vita quotidiana delle persone, emergono sicuramente i danni a lungo termine dell’esposizione contenuta ma prolungata che viviamo ogni giorno. Le conseguenze sulla nostra salute possono andare dalle allergie alle malattie respiratorie, fino ad arrivare all’infertilità o al cancro. Insomma, l’inquinamento chimico fa male all’ambiente tanto quanto a chi lo abita, dalle piante agli animali, fino ad arrivare anche all’essere umano.
Il provvedimento dell’Agenzia Europea per l’Ambiente
Secondo l’Agenzia Europea per l’Ambiente, per realizzare con successo la transizione ecologica, non si può prescindere da una battaglia concreta all’inquinamento chimico. Dall’ultimo incontro del vertice europeo è emersa una volontà generale di mettere al bando moltissime sostanze pericolose, con l’obiettivo di limitare l’impatto sull’ambiente e sulla salute.
Questo provvedimento è stato emanato a seguito di alcuni dati preoccupanti riguardo la quantità di sostanze pericolose immesse nell’ambiente. Secondo una stima elaborata a inizio anno da alcuni esperti, l’inquinamento chimico ha superato il limite planetario. Significa che la quantità di agenti chimici esterni e tendenzialmente tossici dispersi nell’ambiente ha superato il limite di tollerabilità, oltre il quale la distruzione degli ecosistemi è inevitabile. Solo un’azione immediata può evitare i danni più gravi, ed è per questo che l’AEA ha deciso di stilare una lista, che sarà aggiornata al 2027, di sostanze da limitare e mettere al bando il prima possibile. E, a differenza di quanto si possa pensare, non si tratta solo di strane sostanze chimiche utilizzate nelle industrie e con le quali non entreremo mai a contatto, ma di prodotti, sostanze ed elementi che ci riguardano direttamente.
Dov’è l’inquinamento chimico e perché riguarda anche noi
Nel nostro immaginario, l’inquinamento chimico è composto da liquidi verdognoli che escono dagli impianti di scarico delle grandi fabbriche di petrolio o altre sostanze che identifichiamo come tossiche. Non è però solo a questa immagine tutt’altro che pittoresca che si può ricondurre la genesi dell’inquinamento chimico. Con questo termine, infatti, si intendono tutte le sostanze chimiche che poi finiscono disperse nell’ambiente. E questi agenti su trovano in tantissimi prodotti di uso quotidiano.
Microplastiche, idrocarburi e metalli pesanti sono ovunque, e con il nostro inconsapevole utilizzo dei prodotti che le contengono, ci rendiamo colpevoli dell’inquinamento chimico. Queste sostanze sono presenti, per esempio, nei cosmetici che, con il loro utilizzo, finiscono necessariamente per essere dispersi nell’ambiente. Anche vernici e detersivi, prodotti per la pulizia in generale contengono, ovviamente, agenti chimici. Ma non solo! Oggetti insospettabili di uso quotidiano, come i giocattoli e altri prodotti per bambini, o prodotti sbiancati chimicamente, come i tovaglioli. Insomma, l’inquinamento chimico riguarda tutti noi, perché con il nostro consumo contribuiamo a produrlo.
Come sempre, in questi casi, le nostre scelte di consumo possono fare la differenza. Acquistare prodotti biologici, cosmetici completamente naturali, tovaglioli di carta riciclata non sbiancati chimicamente, può ridurre notevolmente l’immissione nell’ambiente di tali dannose sostanze. E non dobbiamo dimenticare che anche il modo in cui ci prendiamo cura del nostro giardino può essere problematico. Perché, tra i tanti prodotti problematici, non possono mancare, ovviamente, anche i più intimi falsi amici del giardino: i pesticidi.
Evitare l’inquinamento chimico in giardino
Se, dunque, sono tante le azioni che possiamo intraprendere per ridurre l’inquinamento chimico attraverso le nostre scelte di acquisto, non possono mancare le stesse decisioni ecologiche anche nella cura che mettiamo nei nostri giardini.
L’uso di pesticidi per allontanare i parassiti, e di diserbanti per tenere lontane le infestanti, è proprio ciò che rende assolutamente non ecologica la cura di un giardino. Se si pensa, infatti, che avere uno spazio verde faccia bene alla natura e alla crisi climatica “a prescindere”, si commette un grave errore, perché non c’è niente di peggio che immettere sostante altamente tossiche all’interno del suolo, che contamineranno certamente il cibo che mangeremo e l’acqua che berremo.
Recenti studi hanno infatti dimostrato che i pesticidi chimici non vengono smaltiti, non si degradano in alcun modo dopo l’uso, e restano nel suolo, nell’acqua e nell’atmosfera per molti anni. L’uso smodato che l’uomo ne ha fatto nell’ultimo secolo, con l’obiettivo di aumentare la produzione rendendo, però, il terreno meno sano e fertile, ha creato un accumulo di inquinamento estremamente pericoloso.
Non c’è solo l’interesse ambientale, però, tra le motivazioni per cui rinunciare a concimi chimici e fertilizzanti nella gestione del proprio giardino o orto domestico. Con il nostro lavoro, guidato da una filosofia ambientalista, sconsigliamo sempre l’utilizzo di tali sostanze anche in vista delle conseguenze sul fabbisogno idrico del terreno. Nutrendolo in modo non naturale, si finisce per provocare una prosperità “forzata” delle piantine, a causa della quale il fabbisogno idrico aumenta considerevolmente. Il concetto è lo stesso di quando l’organismo umano assume pasti molto salati o ricchi di sali minerali, e conseguentemente ha bisogno di integrare un maggiore quantitativo d’acqua. “Nutrire artificialmente il terreno e le piante con prodotti artificiali, non solo inquina il suolo, ma richiede uno spreco d’acqua senza paragoni e assolutamente evitabile.
Quando, però, si evidenziano gli effetti dannosi che tali sostanze possono avere sull’ambiente, però, si finisce spesso per chiedersi quale possa essere l’alternativa. Nella cura dei nostri giardini, infatti, siamo spesso tentati dal desiderio di coltivare un determinato tipo di piante, o di avere prati rigogliosi tutto l’anno, senza renderci realmente conto di quanto, in realtà, queste condizioni artificiali non siano auspicabili, e di come il fatto che per ottenerle sia necessario l’utilizzo di sostanze dannose sia un evidente indizio di quanto tutto ciò sia sbagliato.
Consigliamo, invece, di prediligere un giardino ricco di piante adatte al clima del territorio, che possono essere suscettibili alla stagionalità del caso, quindi più o meno rigogliose, più o meno fiorite, a seconda del periodo dell’anno, ma che costituiscono un giardino naturale e sano, che non ha bisogno di sostante dannose per essere rigoglioso. Solo così, e rinunciando all’utilizzo di piccoli ma dannosissimi stratagemmi artificiali, potremmo realmente prenderci cura dell’ambiente.