Il mirto, pianta regina della macchia mediterranea

Tra le piante aromatiche che popolano la macchia mediterranea, il mirto possiede una storia particolarmente lunga e affascinante. Il suo profumo inconfondibile è da secoli parte integrante della vita quotidiana degli abitanti delle aree costiere della nostra penisola, ma è in Sardegna che il Myrtus communis ha saputo ritagliarsi uno spazio davvero unico e diventare una vera e propria pianta-simbolo.

Vuoi saperne di più su questo arbusto così affascinante? Continua a leggere e troverai tante informazioni sulle caratteristiche e la coltivazione della pianta di mirto, sulle sue proprietà e sulla sua storia ricca di aneddoti curiosi.

Caratteristiche e varietà del Myrtus communis

Il Myrtus communis, comunemente noto come mirto o mortella, è una pianta spontanea tipica del paesaggio mediterraneo. Si tratta di un arbusto sempreverde dalle ramificazioni molto fitte, con foglie lucide e coriacee di un bel verde brillante. Le ramificazioni più giovani hanno la corteccia rossiccia, che con il tempo tende ad assumere un colore più vicino al grigio.

In estate compaiono i candidi fiori di mirto, abbondanti e molto aromatici (come del resto tutte le parti della pianta), apprezzatissimi dalle api. Più avanti compaiono le bacche, di vario colore e dimensione. Sebbene il più conosciuto sia il mirto a bacca nera, è possibile optare anche per una varietà dalla bacca bianca. Le bacche di mirto giungono a completa maturazione intorno alla fine di novembre.

L'altezza raggiunta dal Myrtus communis dipende, oltre che dalla varietà, anche dall'ambiente di crescita. Gli arbusti più alti raggiungono al massimo un'altezza di oltre 3 metri, mentre il Myrtus communis 'Microphylla' è una varietà di mirto nano che cresce al massimo fino al metro e mezzo di altezza. Un'altra varietà interessante da segnalare è il Myrtus communis 'Macrophylla', una varietà a foglia grande del classico mirto selvatico.

Come coltivare il mirto

Il Myrtus communis è un molto semplice da coltivare, sia in vaso che in piena terra, a patto però di trovarsi in una zona climaticamente favorevole. Come è facile indovinare dalle sue origini costiere, il mirto è amante delle aree calde del nostro Paese e non tollera il gelo intenso.

La pianta di mirto è molto resistente e adattabile, capace di prosperare anche in suoli molto poveri e siccitosi. Predilige i terreni neutri o acidi, mentre non ama i suoli calcarei e soggetti a ristagno idrico.

La bellezza della sua fioritura e l'aroma strepitoso del mirto ne fanno una pianta di grande valore ornamentale, ideale per la realizzazione di siepi aromatiche sempreverdi. In generale si tratta di una pianta che non può proprio mancare nella creazione di un giardino aromatico mediterraneo.

Quando potare il mirto?

Il mirto non richiede interventi di potatura troppo drastici, poiché tende di per sé ad assumere una naturale forma a cespuglio. Si può procedere con una prima potatura nel mese di marzo, quando la pianta si trova nel periodo di ripresa vegetativa: con questa potatura si punterà a ringiovanire la pianta, eliminando tutte le parti secche o danneggiate. Una seconda potatura del mirto potrà essere effettuata in estate per contenere lo sviluppo della pianta ed eventualmente conferirle una forma più armoniosa.

Non solo liquore: il mirto in cucina

Impossibile parlare del Myrtus communis senza menzionare lo straordinario liquore di mirto che è tradizione e vanto della Sardegna. Il mirto sardo classico viene prodotto dalla macerazione alcolica di bacche scure della pianta di mirto, ed è un liquore dalle ottime proprietà digestive.

Esiste poi la variante del Mirto Bianco, il nome con cui viene erroneamente chiamato il liquore ottenuto dalla macerazione di bacche bianche. In realtà questo nome designa più propriamente il liquore ottenuto dall'infusione idroalcolica dei giovani germogli di mirto.

L'amore dei sardi per il Myrtus communis però non si ferma qui. La cucina isolana fa infatti ampio uso del mirto come condimento per aromatizzare le carni, specialmente la selvaggina (come nel caso della ricetta delle quaglie al mirto).

Uscendo per un attimo dalla Sardegna, tra le ricette più interessanti non possiamo che menzionare la mozzarella nella mortella: questa preparazione tipica del Cilento usa le foglie di mirto per aromatizzare e conservare la mozzarella.

Proprietà benefiche del mirto

Sebbene sia particolarmente conosciuta per le sue virtù culinarie, la pianta di mirto è anche ricca di oli essenziali benefici per la salute. Proprio in virtù delle sue proprietà balsamiche, antinfiammatorie e astringenti ha conosciuto (e conosce tuttora) un vasto impiego in campo erboristico, farmaceutico e aromaterapeutico. La sua capacità di lenire i disagi dell'apparato respiratorio e digerente lo rende molto usato nella preparazione di decotti contro la bronchite e di tisane depurative.

Il mirto ha conosciuto inoltre un impiego fitocosmetico che risale addirittura al Medioevo. Si tratta infatti dell'ingrediente fondamentale per la preparazione dell'Acqua degli Angeli, un'acqua aromatica ai fiori di mirto utilizzata per la cura delle pelli sensibili.

Curiosità a proposito del Myrtus communis

Come abbiamo visto, il mirto accompagna da millenni la vita quotidiana delle popolazioni del Mediterraneo. Non c'è quindi da stupirsi che ad esso siano legati un gran numero di aneddoti e di curiosità.

  • Nell'antichità classica il mirto aveva un ruolo fondamentale in ambito mitologico. I greci attribuivano la nascita della pianta alla sfortunata sorte di Myrsine, una giovane fanciulla uccisa dal rivale geloso per la sconfitta riportata in una gara ginnica. La ragazza venne trasformata dalla dea Atena in una pianta che avrebbe preso il suo nome: il mirto, appunto.
  • Nella mitologia greco-romana il mirto è inoltre indissolubilmente legato al culto di Afrodite (Venere per i latini), dea dell'amore, della bellezza e della fertilità. Questa associazione deriva dalla credenza che la dea, appena nata dalla spuma del mare, si fosse riparata dietro un cespuglio di mirto per sfuggire alle insidie di un satiro.
  • Nell'Orto Botanico di Pisa è possibile ammirare un imponente esemplare di mirto piantato nel 1815. Proprio in suo onore è stata ribattezzata un'intera area dell'orto botanico nota appunto come "Orto del Mirto", ricca di piante officinali utilizzate a scopo terapeutico.
  • Alcuni linguisti e lessicografi hanno individuato nel mirto (o meglio nella mortella, come la pianta viene chiamata in alcune zone d'Italia) l'origine della parola "mortadella". Pare infatti che il nome di questo saporito insaccato derivi dall'espressione latina "myrtatum farcimen", che indicava un preparato di carni suine aromatizzato con bacche di mirto (spesso usate per sostituire il pepe, spezia meno reperibile e più costosa).