Consigli sulla messa a dimora e sulla preparazione del terreno
I prati a basso fabbisogno idrico hanno innumerevoli qualità, tra cui il grande risparmio di irrigazione e manutenzione che permettono. Approfittare dei momenti ideali per la messa a dimora è fondamentale per un’ottima resa del giardino, ma la scelta del momento giusto, da sola, non basta. I prati alternativi hanno bisogno di un’attenzione particolare al momento della messa a dimora, per essere poi resistenti e performanti una volta completato il periodo di crescita e attecchimento.
Per questo, abbiamo stilato una lista di consigli per la messa a dimora e per la preparazione del terreno, per rendere più semplice la relazione con un nuovo prato alternativo per tutti, anche per chi non ha grande dimestichezza con queste varietà.
Scopri i nostri consigli e scegli le varietà che si adattano meglio al tuo giardino!
Consigli sulla messa a dimora
Una delle considerazioni più importanti, quando si decide di piantare un nuovo prato, è la scelta del periodo giusto. Le stagioni migliori sono quelle in cui il clima non è troppo caldo né troppo rigido, ancora meglio se le precipitazioni sono abbondanti, perché permettono di risparmiare un po’ di irrigazione. Anche le piante a basso fabbisogno idrico, infatti, nel primo anno di vita hanno bisogno di qualche irrigazione in più, per crescere solide abbastanza da diventare indipendenti e richiedere pochissima acqua una volta raggiunta la loro massima espansione. Per questo, i momenti migliori per la messa a dimora delle piantine sono la primavera e l’autunno, due stagioni tendenzialmente miti, ognuna con i propri benefici: l’una più calda e soleggiata, l’altra più piovosa.
Una volta individuato il periodo giusto per la messa a dimora del nuovo prato, fondamentale è la scelta delle varietà. Le piante a basso fabbisogno idrico permettono tutte, in linea generale, un grande risparmio sia in termini di irrigazione sia per quanto riguarda la manutenzione. Ma non significa che sono tutte piante uguali. Oltre all’aspetto estetico, che può portare a prediligere i fiori gialli dell’Achillea tomentosa o quelli viola della Verbena hybrida, che può far ammirare i tappeti verdi di Zosya tenuifolia o la versatilità della Lippia nodiflora, ci sono altri aspetti da considerare. Innanzitutto, la prima grande discriminante è composta dalle caratteristiche del territorio e il clima in cui si troverà a crescere il giardino. Per esempio, è importante considerare le temperature invernali della zona, nella scelta di piante più o meno resistenti al freddo. Anche l’eventuale presenza di salsedine all’interno del terreno fa la differenza, perché ci sono piante adatte a resistervi e altre che non riuscirebbero a prosperare.
Insomma, bisogna tenere conto delle caratteristiche del terreno, del clima in cui si inserisce il nuovo prato, delle precipitazioni e delle temperature, tutte variabili importantissime nella scelta della giusta varietà di prato alternativo. Solo una volta valutati questi aspetti e ristretto il campo alle piante più adatte al territorio, si valutano anche le esigenze del proprietario del giardino e di chi se ne prenderà cura. La quantità di tempo a disposizione da dedicare al prato è sicuramente un fattore discriminante nella scelta di varietà che hanno bisogno di più o meno manutenzione. La presenza di animali domestici, o la necessità di avere un prato carrabile, fanno propendere per varietà più resistenti al calpestio, ed eventuali allergie alle punture d’api possono escludere le piante mellifere. Come si può vedere, la scelta del prato giusto dipende da molti fattori, motivo per cui consigliamo di consultare la nostra Guida, che prende in considerazione tutte le caratteristiche delle piante a basso fabbisogno idrico per aiutare i neofiti a fare la scelta giusta.
Ultimo fattore, anch’esso fondamentale, è la biodiversità. Nella scelta delle varietà di prato, bisogna tener sempre presente che un prato misto è più sano e resistente di un prato composto da una sola varietà. Per questo, studiare le combinazioni più adatte alle proprie esigenze è fondamentale. Spesso, però, le caratteristiche presenti sulla carta non bastano, da sole, per prevedere la resa di un giardino. Per questo, il nostro consiglio più importante è quello di fare dei test in piccole zone del giardino con piantine di specie diverse. Solo in questo modo sarà possibile osservare risultati affidabili e scegliere la giusta combinazione di piante.
La preparazione del terreno
Il periodo che precede l’arrivo delle stagioni più adatte per la messa a dimora, è anche il momento di occuparsi della preparazione del terreno. In questo modo, quando le piantine saranno pronte per essere inserite all’intero del giardino, troveranno il terreno adatto alle loro caratteristiche.
I nostri consigli sulla preparazione del terreno riguardano:
- Come lavorare il terreno;
- I passaggi da seguire;
- I terreni difficili e quelli da riportare;
- La falsa semina;
- La vera e propria messa a dimora.
Lavorare il terreno in profondità è importantissimo per la resa di un prato a basso fabbisogno idrico. I nostri prati alternativi, infatti, resistono molto bene alla siccità anche perché sono in grado di cercare acqua e nutrienti in profondità. Solo lavorando a fondo il terreno, allora, sarà possibile permettere alle piante di affondare le loro radici dove potranno reperire riserve d’acqua. Il terreno andrà preparato soffice, e livellato come per la semina di un qualsiasi prato tradizionale, fresandolo ed eliminando le infestanti. In caso di terreno povero o argilloso colore chiaro, andranno riportati almeno 3 o 4 cm di nuova terra. Il terreno che consigliamo di riportare dovrà essere uno qualsiasi per prati, o preferibile tendenzialmente sabbioso.
La falsa semina è una tecnica adoperata per prevenire la presenza di una grande quantità di infestanti, dunque pensata per eliminarle prima della vera e propria messa a dimora del prato. Si tratta di una tecnica di diserbo naturale, che consiste nel dissodare e irrigare il terreno senza effettuare la vera e propria messa a dimora. Questa operazione preventiva stimola la crescita delle infestanti, e permette di rimuoverle prima di passare alla lavorazione e alla coltivazione vera e propria del suolo. È un’ottima tecnica per liberarsi delle infestanti senza impiegare diserbanti chimici, e trattando il terreno nel modo più naturale possibile.
Una volta preparato il terreno nel modo giusto, si può procedere con la messa a dimora. In genere, si sceglie di utilizzare dalle 8 alle 15 piantine per metro quadrato, poiché le tappezzanti riescono a coprire l’intera superficie interessata in meno di un anno, e se messe in primavera circa 4-5 mesi. Una volta piantate, si procede con una prima irrigazione molto abbondante. Le innaffiature successive dovranno essere rade ma sempre abbondanti, ogni volta che il terreno sarà completamente asciutto anche al di sotto dello strato superficiale. Solitamente questa condizione si verifica ogni 15 giorni circa nelle prime fasi di vita di un nuovo prato. Si prosegue così fino al completo attecchimento del prato, valutando di volta in volta l’umidità del terreno e le condizioni delle piantine prima di dare ulteriore acqua. Una volta che il prato ha attecchito completamente, saranno necessarie poche irrigazioni all’anno, per sostenere le piantine nei periodi di caldo e siccità.